Descrizione
Ricci Mauro
Il Cav. Giuseppe Palagi della deputazione provinciale di Firenze RICORDATO
Firenze, Tipografia Calasanziana, 1884
In 8° (14,5 x 23); pagine 51, (1); elegante nota omaggio a firma Carolina Palagi, timbro ex-libris di collezione alla prima bianca. Brossura editoriale con titoli entro cornice alla copertina. Qualche segno d’uso, buon esemplare.
Giuseppe Palagi, storico, (1821 – 1881). Dagli anni giovanili nel Collegio Cicognini di Prato trasse l’appassionato fervore per gli studi storico-umanistici che l’accompagnò nelle diverse sedi della sua carriera amministrativa in varie parti della Toscana, dagli uffici granducali alla carica di segretario della Deputazione provinciale di Firenze negli anni di Firenze capitale. Molte accademie e istituzioni culturali lo annoverarono tra i propri soci (Accademia valdarnese del Poggio; Accademia pistoiese di scienze, lettere ed Arti; Accademia la Colombaria; Comizio agrario del Chianti; Deputazione di storia patria per le province della Toscana, dell’Umbria e delle Marche; Istituto fiorentino di belle arti). Nella sua vita operosa l’attività amministrativa si intrecciò costantemente con quella erudita di studioso delle antichità toscane. Incaricato dalla Deputazione provinciale di Firenze, si dedicò all’organizzazione del Centenario dantesco del 1865 e raccolse per la sua biblioteca privata un gran numero di pubblicazioni relative a tale centenario («Collezione dantesca»). Alla sua sensibilità culturale si deve l’acquisizione della biblioteca di Domenico Moreni da parte dell’Amministrazione provinciale di Firenze nel 1868. Alla Moreniana, divenuta biblioteca pubblica, volle subito donare alcuni manoscritti della sua biblioteca privata. Dopo la morte del Palagi, avvenuta nel 1881, l’amministrazione provinciale di Firenze acquistò la parte più rilevante della sua biblioteca tra cui la già ricordata «Collezione dantesca» e la preziosa raccolta di autografi di Accademici della Crusca. Della sua produzione letteraria rimangono circa 30 opuscoli di interesse toscano, descritti dallo scolopio Mauro Ricci, suo biografo.