La Piazza del Mercato di Napoli e la Casa di Masaniello, rimembranze storiche di un napoletano

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B. Capasso, 1868

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Descrizione

(Capasso Bartolommeo)
La Piazza del Mercato di Napoli e la Casa di Masaniello rimembranze storiche di un napoletano
Napoli, Stamperia del Popolo d’Italia,1868
Opuscolo in 16°( 11 x 16,5); pagine 35, (1); è prima edizione molto rara. Brossura editoriale con titolo entro cornice alla coperta superiore. Minimi segni del tempo, è copia buona.
Bartolommeo Capasso (Napoli, 22 febbraio 1815 – Napoli, 3 marzo 1900) è stato uno storico e archivista italiano. Piazza Mercato è uno dei posti storici più importanti del capoluogo campano e un tempo era chiamato “Campo del Moricino” per la presenza di mercanti orientali. Occupava l’area confinante con le mura greco-romane, con il complesso di Santa Maria la Nova e il Lavinaio. Dopo l’uccisione di Corradino di Svevia, questo luogo divenne sede delle esecuzioni capitali. Nella piazza furono posti due patiboli e un cippo in maniera permanente. Nonostante questo, Carlo I d’Angiò cercò di valorizzare l’area trasferendovi, nel 1270, il polo commerciale di piazza San Gennaro all’Olmo e di San Gaetano e facendovi costruire anche la chiesa di sant’Eligio e di Santa Maria del Carmine. La piazza fu prima chiamata del mercato di Sant’Eligio e poi semplicemente del Mercato. Nel 1346 furono condotti in questa stessa area Roberto Cabano, Gran Siniscalco del Regno, Raimondo Cabano e il conte di Terlizzi per essere bruciati vivi poiché accusati dell’omicidio di Andrea d’Ungheria, marito della regina Giovanna I. Nel 1647 fu proprio questo luogo a fare da sfondo alla rivolta napoletana guidata da Masaniello, che scelse un posto dove aveva trascorso tutta la sua vita, per radunare la folla e ribellarsi al malgoverno spagnolo. Oggi, in sua memoria, all’esterno della casa dove visse è murata un’epigrafe che recita: “In questo luogo era la casa dove nacque il XXIX giugno MDCXX Tommaso Aniello D’Amalfi e dove dimorava quando fu capitano generale del popolo napoletano”.