Descrizione
Pariani Carlo
Nuove Ricerche sui rapporti dell’Arte e della Pazzia
Firenze, Tipografia Galileiana, 1913
In 8° (17 x 24,5); pagine 69, (3), numerose illustrazioni alle pagine interne. Alcuni estratti dalla Biografia di Carlo Pariani medico psichiatra a cura di Roberto Maini … E’ un lunedì mattina, di una tipica giornata di novembre, con un cielo coperto che minaccia pioggia, cosa che succederà di lì a poco e per tutto il giorno seguente tanto da far temere lo straripamento dell’Arno, quando un bell’uomo di cinquant’anni, con gli occhi celesti della madre sale per la collina alla sinistra del torrente Vingone per entrare a Castel Pulci. Il suo camminare è pensoso, leggermente curvo. I guardiani della succursale del Manicomio provinciale Chiarugi di Firenze non hanno difficoltà a farlo entrare, lo conoscono bene e l’hanno già visto altre volte; lo salutano con deferenza: è un primario. Carlo Pariani proprio quel giorno compie cinquant’anni. E’ nato lontano da dove si trova ora, nel territorio di Arizzano Inferiore, che poi confluirà nel Comune di Verbania, circondario di Pallanza, provincia di Novara, l’8 novembre 1876 da Federico ed Elisa Boletti, sposati il 24 aprile del 1871. Ripensa a cinque anni prima, a quando avevano festeggiato le nozze d’oro dei genitori facendo stampare in litografia l’albero genealogico della famiglia. Una famiglia di alta vecchia solida onesta borghesia piemontese, di industriali con un importante stabilimento di filatura e torcitura di cotone a Gravellona Toce presso Stresa, mentre la direzione e l’amministrazione erano a Palazzo Guidotti-Pariani a Intra. A Gravellona Toce avevano anche una palazzina di caccia tutta affrescata. I Pariani erano grandi amici del generale Cadorna. Il Carlo Pariani che entra a Castel Pulci non ha molti amici, i suoi affetti sono altrove, sul lago Maggiore, tra Intra e Stresa e a Milano. Là vivono anche i suoi fratelli: Matilde, Alfredo l’ingegnere, il preferito dai genitori. estroverso e anche un po’ spaccone. Ma Carlo ama soprattutto i due fratelli più piccoli: Giovanni e Enrico. Il dolce fratello Giovanni è da poco morto a 42 anni. Nell’aprile del 1913 pubblica «Nuove ricerche sui rapporti dell’arte e della pazzia», centrato sulla figura di Pio Galeffi, chiuso in manicomio da oltre quarant’anni. Anche questo articolo è illustrato da numerose riproduzioni di opere. La guerra interrompe le sue ricerche. Il 24 maggio 1915 è richiamato alle armi e raggiunge l’8a Compagnia di Sanità. Con il grado di tenente medico di complemento si presenti alla Direzione di Sanità di Milano dove prende servizio il 21 giugno all’Ospedale militare di Sant’Ambrogio. E’ qui ch e nel corso del ‘17 visita il pittore Carlo Carrà in licenza di convalescenza. Il 1° giugno del ‘16 è promosso capitano medico di complemento. Alla fine detta guerra ritorna a Firenze e riprende il suo posto al Manicomio. Abita in Via delle Mantellate 3. II 12 gennaio 1918 il sindaco di Lastra a Signa ordina il ricovero di Dino Campana al Manicomio fiorentino. Viene portato all’Istituto fiorentino di osservazione per le malattie mentali. Il 28 gennaio è trasferito al cronicario di quell’Istituto, nell’Asilo di Castel Pulci, «cinque miglia verso ponente», dove morirà quattordici anni dopo, il 1° marzo 1932. Vi era già entrato a ventiquattro anni il 9 aprile 1909 per uscirne dopo I8 giorni. Questa volta fu per sempre. Le due vite si stanno avvicinando. E proprio per incontrare Dino Campana che quella mattina dell’8 novembre 1926 Carlo Pariani sale a Castel Pulci. Le sue ricerche su arte e pazzia sono continuate. Ha in mente di scrivere un grosso libro fatto di narrazioni e racconti di ricoverati, e non solo poeti come Campana, o scultori come Evaristo Boncinelli. Ci saranno tante altre storie o frammenti di storie di gente comune. Ha già in mente il titolo «Nel dominio della follia. Studi e ricerche di Carlo Pariani». Brossura editoriale con titoli entro cornice alla copertina. Minimi segni del tempo, è copia buona.